La rabbia nel cuore (2006)

cast

scritto e diretto da Maurizio Canovaro

con Kim Amelotti, Valentina Brancaleone, Sergio Cini, Chiara Migliorini, Francesca Palla

scene e costumi Donella Garfagnini

disegno luci Cristian Soldateschi

fonico Federico Nesti

Patrocini


Regione Toscana

Provincia di Livorno

Soroptimist International Club di Piombino

FICIB
Federazione Internazionale dei Comitati Ingrid Betancourt per la liberazione degli osaggi

Questa è una storia vera. Il 23 febbraio 2002 Ingrid Betancourt viene rapita dalle FARC (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) mentre si reca ad un incontro con i capi della guerriglia per cercare una soluzione politica ad un conflitto che dilania il paese sudamericano da quasi 40 anni, una delle tante guerre dimenticate di cui poco parlano i telegiornali. Eppure i numeri della guerra civile sono impressionanti: 3000 ostaggi, in massima parte civili (sono l’80% di tutti gli ostaggi del pianeta!), 3 milioni di rifugiati, 4 milioni di colombiani in esilio, un numero impressionante di omicidi (3.685 civili, di cui 160 sindacalisti, solo nel 2001). Un inquietante scenario dove la corruzione diffusa e il narcotraffico si intrecciano con gli interessi delle multinazionali.

Sarebbe allora una storia come tante, se la vicenda umana di Ingrid non emergesse in tutta la sua straordinarietà: figlia di un diplomatico e di una reginetta di bellezza, trascorre la sua giovinezza conducendo una vita agiata tra Parigi e le Seychelles. Eppure non è soddisfatta, si sente in debito nei confronti del suo Paese. Vuole fare qualcosa contro chi ha fatto della corruzione un sistema istituzionalizzato. Così nel 1990 torna in Colombia, nel 1994 viene eletta deputato, nel 1999 è senatrice con il massimo numero di preferenze, distinguendosi sempre per le coraggiose denunce e per l’impegno civile. Poi il rapimento, quando è candidata alla Presidenza della Repubblica.

Dunque una storia che vale la pena di raccontare, con la rabbia nel cuore (è il titolo della sua autobiografia, pubblicata un anno prima del suo rapimento), per non dimenticare Ingrid, per continuare a sperare nella sua liberazione e in quella degli altri tremila ostaggi, perché possa essere restituita all’affetto della sua famiglia e alla società civile.

Nell’allestimento del Teatro dell’Aglio le atmosfere e i personaggi dei racconti di Gabriel Garcia Marquez si confondono e si intrecciano con gli episodi biografici, e l’attualità della Colombia emerge in tutto il suo quotidiano orrore.

 


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