La donna del mare (2003)

cast

regia di Gianluca Orlandini

con Kim Amelotti, Dario Bressan, Maurizio CanovaroSergio Cini, Stefano Maganzi, Diego Nencioni, Francesca Palla

scene e costumi Donella Garfagnini

artista decoratore Cinzia Ghelardini

disegno luci Cristian Soldateschi

 L’AUTORE

Henrik Ibsen (1828-1906) è da molti considerato il fondatore del teatro moderno. Ibsen seppe cogliere tutto il disagio nel quale si trovò immerso l’uomo di inizio ‘900 e che portò alla nascita della psicanalisi: l’appiattimento dell’individuo, la sua riduzione all’anonimato di fronte alla folla, all’organizzazione del lavoro e della società che impone ritmi, ruoli, funzioni e prestazioni. Gran parte della produzione dell’autore norvegese ruota intorno al tema della libertà personale. E non è un caso che la maggior parte dei suoi drammi abbiano al centro figure femminili: non soltanto perché la donna era uno degli elementi deboli dell’organizzazione sociale del suo tempo ma anche perché egli riteneva che essa fosse caratterizzata da una generale “sordità” alle ragioni sociali, da una naturale propensione alla libertà e all’istintività contrapposta al pensiero logico sul quale molto spesso l’accettazione dei doveri sociali si fonda. 

Da questa contrapposizione origina il dramma, ed esso non è affatto facile da comporre… e non possiamo resistere dal pensare che le soluzioni, anche quando paiono raggiunte, sono quasi sempre illusorie.

IL TESTO

La donna del mare vide la luce nel 1888. Nel testo appare molto alto il contenuto simbolico, quasi mitopoietico che caratterizzò la seconda parte della produzione di Ibsen e che rende quantomeno riduttivo classificare l’opera del norvegese con l’etichetta di naturalismo o, peggio ancora, di dramma borghese.

Ellida è “la donna del mare”. Al mare – quello tempestoso, aperto, affascinante e terribile – sono legati i suoi natali e dal mare è irresistibilmente attratta, anche se la sua vita dopo il matrimonio, trascorre in un paesino sulle rive di un fiordo dall’acqua troppo «tiepida e floscia». Ellida appare turbata, malata forse, di un’inquietudine malinconica che la spinge ancora più ai margini di una vita familiare sempre più estranea. È l’angoscia, tremenda e seducente, di un doppio ritorno: quello dello “straniero”, cui la donna era stata legata prima del matrimonio e dal quale si era drammaticamente separata, ma anche forse, ritorno di lei al “suo” mare, aperto e libero e nel quale non è azzardato riconoscere una sorta di inconscio freudiano ante litteram. Intorno ad Ellida ruotano le vicende degli altri personaggi – il dottor Wangel suo marito, le due figliastre adolescenti, il professor Arnholm, il giovane Lyngstrand e il pittoresco Ballested.

LO SPETTACOLO

Pur incentrato attorno alla figura di Ellida, La donna del mare è un dramma corale. Nonostante non esista praticamente battuta del testo che – in fase di studio – non sia stato possibile (necessario) anatomizzare alla ricerca del suo significato profondo, molto spesso si è scelto di compiere un passo indietro rispetto al testo. Si è preferito, cioè, che fosse quest’ultimo a “svelarsi” allo spettatore facendo forza sulla sua accurata costruzione drammaturgica ricca di suspense e con il suo apparente tono di commedia, piuttosto che appesantirlo con l’ostentazione di un’eccessiva consapevolezza. Il risultato è uno spettacolo che tiene desta l’attenzione dello spettatore durante tutta la sua durata, che riesce a divertire ed esalta i contenuti drammatici facendoli emergere attraverso una sorta di “tecnica del contrasto”. Se la recitazione è improntata ad un registro naturalistico e lirico insieme, la scena contribuisce a rendere il simbolismo del testo: un mondo chiuso, mono-tono – come visto attraverso gli occhi Ellida – e che appare simbolico ed idealizzato finanche nella sua unica via di fuga, il fondale/mare.

Rappresentare oggi La donna del mare, significa riconoscere come insuperato il suo valore nell’affermazione dell’individuo e del suo canto per la libertà. Un individuo che, a distanza di un secolo, dimostra di non aver ancora risolto il disagio che viene dal confronto con una società che troppo spesso lo sovrasta, una società che nata per unire troppo spesso divide.

(le foto di scena sono di Foto Aldo Guidi, Venturina (LI) tel. 0565 851396)


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