Atto I


È finita la vendemmia, e in una fattoria del Principato di Piombino la gente di campagna sta festeggiando il vino nuovo. Solo il fattore, Rocco, non si unisce alla festa. Sta seduto tristemente a parte, rimuginando sulla sfortuna che lo perseguita. Il suo fienile è bruciato, le sue greggi ammalate, ha una causa legale e il suo sarto si rifiuta di fargli la palandrana nuova. Per di più, oggi la sua mucca è scomparsa. A suo fratello Antonio, invece, vanno tutte bene. Perciò gli ha chiesto aiuto, ma con poca speranza: ogni volta, infatti, Antonio risponde alle richieste del fratello con un cestino di uova fresche e una lettera piena di buoni consigli.

Pippo, il pastore, è stato il latore della richiesta, ma la risposta che porta non fa che accrescere la rabbia di Rocco: Antonio ha infatti deciso di mandare al fratello Bettina, la guardiana dei tacchini. Anche Pippo, benché sia innamorato di Bettina, deve riconosce che la fattoria avrebbe bisogno di fortuna anziché di una bocca in più da sfamare: ci sarebbe bisogno di una mascotte, uno di quegli angeli creati dal buon Dio per combattere contro le forze del male nel mondo. Quello che Pippo e Rocco non sanno è che Bettina è proprio una mascotte. È stata la sua presenza nella fattoria a regalare ad Antonio tutta la prosperità di cui gode e, fino a quando lei rimarrà vergine, porterà fortuna anche al nuovo padrone.

Bettina, dopo una scaramuccia con alcuni villani che la importunano, arriva portando con sé il solito cesto e la solita lettera. Rocco ha appena il tempo di infilarsi la lettera in tasca che subito la fortuna inizia a girare: Lorenzo XVII, il principe di Piombino, è stato a caccia con la figlia Fiammetta e il futuro genero Frittellini, principe di Pisa, e ha scelto la fattoria di Rocco per un breve riposo, facendogli l'onore di essere suo ospite.

Lorenzo, come Rocco, è perseguitato dalla sfortuna. In effetti quando si siede, sceglie una sedia rotta, e quando Bettina porta del latte fresco, nella sua tazza il latte è cagliato.

Anche il fidanzamento della figlia con Frittellini non va proprio bene. Fiammetta sembra avere una certa avversione per la molle vita di corte, e subito si prende una bella cotta per Pippo. La cosa non sfugge all'attenzione di Bettina, ma Pippo ride della gelosia dell’amata: non ha nulla di cui preoccuparsi, lui ama la sua Bettina anche più delle sue pecore, così come lei ama i suoi tacchini.

Il loro duetto termina con un bacio, ma sono sorpresi da Rocco, furioso di vedere che i due braccianti flirtano invece di lavorare. Sta per mandare via Bettina, ma legge la lettera e scopre la verità: Bettina è una mascotte e in pochi minuti se ne ha la prova: Pippo porta la notizia che Rocco ha vinto la causa, il sarto ha mandato il vestito nuovo e la mucca è tornata a casa. Bettina allora non dovrà più andare via: dovrà restare alla fattoria, avrà lo stipendio che chiederà, avrà la stanza migliore ed ogni suo desiderio sarà esaudito da Rocco.

Non è però finita la sfortuna di Lorenzo. Sporgendosi in uno stagno perde l'equilibrio e cade. Le vesti regali sono zuppe. Rocco offre la sua vecchia palandrana, quella che ha ancora indosso, dimenticando che nella tasca ha lasciato la lettera del fratello. Lorenzo ne fa la scoperta e reagisce in modo dispotico: Bettina sarà sua, la ragazza dovrà immediatamente venire a corte. Inventa allora che le sue origini sono nobili: Bettina è la contessa di Panadà.


© Maurizio Canovaro 2012-2013